SIGNIFICATO DEL C. P. P.
Il Consiglio deve, da una parte
rappresentare l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera
comunità parrocchiale di cui è espressione in tutte le sue componenti, dall’altra
deve costituire lo strumento della decisione comune e dell’operatività pastorale,
dove il ministero della presidenza, proprio del Parroco, e la corresponsabilità
di tutti i fedeli devono trovare la loro sintesi.
Per questo motivo l’elettore deve votare in coscienza tenendo presente il bene della comunità che va oltre a simpatie e parentele, per garantire un giusto equilibrio tra gli originari del posto e gli arrivati qui in seguito, tra i giovani e i maturi e tra gli uomini e le donne.
In questi mesi abbiamo cercato nelle varie associazioni parrocchiali, rappresentate per diritto, e nell’intera comunità ecclesiale, persone che fossero disponibili a candidarsi per essere membri del nuovo C.P.P.
Da questa ricerca è emersa la sensibilità che il C.P.P. deve essere sufficientemente numeroso affinché sia espressione di tutta la comunità cristiana nelle sue articolazioni, ecco perché il regolamento e lo statuto danno regole precise che la commissione preparatrice ha cercato di tradurre e mettere in pratica.
La commissione ha previsto che potessero candidarsi tutte le persone:
· battezzate e frequentanti la nostra parrocchia[1];
· che hanno compiuto i sedici anni d’età;
Non sono, invece, eleggibili più persone facenti parti del medesimo stato famiglia per garantire una maggior pluralità e varietà d’opinione[2].
[1] Visto il nostro essere parrocchia di città, con confini precisi, ma non assoggettabili, la commissione elettorale preparatoria ha scelto di far partecipare all’elezione – così come possibile da statuto – anche i membri non residenti nella nostra comunità ma qui inseriti, impegnati e frequentati. Tali persone sono state inserite nelle zone territoriali di origine (se qui avevano abitato precedentemente) oppure di legami parentali o amicali per i quali qui partecipa o delle generiche attinenze.
[2] Trai canditati abbiamo casi di questo tipo; qualora accada che entrambi siano eletti, saranno i membri stessi a decidere chi rimane in carica e chi cede il posto al primo eletto dopo di lui.
Per questo motivo l’elettore deve votare in coscienza tenendo presente il bene della comunità che va oltre a simpatie e parentele, per garantire un giusto equilibrio tra gli originari del posto e gli arrivati qui in seguito, tra i giovani e i maturi e tra gli uomini e le donne.
In questi mesi abbiamo cercato nelle varie associazioni parrocchiali, rappresentate per diritto, e nell’intera comunità ecclesiale, persone che fossero disponibili a candidarsi per essere membri del nuovo C.P.P.
Da questa ricerca è emersa la sensibilità che il C.P.P. deve essere sufficientemente numeroso affinché sia espressione di tutta la comunità cristiana nelle sue articolazioni, ecco perché il regolamento e lo statuto danno regole precise che la commissione preparatrice ha cercato di tradurre e mettere in pratica.
La commissione ha previsto che potessero candidarsi tutte le persone:
· battezzate e frequentanti la nostra parrocchia[1];
· che hanno compiuto i sedici anni d’età;
Non sono, invece, eleggibili più persone facenti parti del medesimo stato famiglia per garantire una maggior pluralità e varietà d’opinione[2].
[1] Visto il nostro essere parrocchia di città, con confini precisi, ma non assoggettabili, la commissione elettorale preparatoria ha scelto di far partecipare all’elezione – così come possibile da statuto – anche i membri non residenti nella nostra comunità ma qui inseriti, impegnati e frequentati. Tali persone sono state inserite nelle zone territoriali di origine (se qui avevano abitato precedentemente) oppure di legami parentali o amicali per i quali qui partecipa o delle generiche attinenze.
[2] Trai canditati abbiamo casi di questo tipo; qualora accada che entrambi siano eletti, saranno i membri stessi a decidere chi rimane in carica e chi cede il posto al primo eletto dopo di lui.