
Campo Cugnan 3° secondaria di I grado e 1° secondaria di secondo grado
Campo Servizio Mensa Caritas di Roma
Notizie dai nostri campi . . .
Tre campi scuola parrocchiali, che hanno lasciato il segno nel cuore di numerosi ragazzi, adolescenti e giovani.Vita da Barboni"Non avevo mai pensato di trascorrere una settimana assieme ai Barboni... e invece è accaduto", confida Sara, III anno del liceo scientifico Grigoletti. Riprende: "il primo giorno mi tremavano le gambe. Pensavo ci fosse una distanza abissale tra loro e me... La sera, finito il servizio, quando ci siamo ritrovati in gruppo, tutti 29, assieme a don Gianfranco, le distanze si erano colmate. Ho capito che la mia vita era vicina alla loro... che tante loro insoddisfazioni erano anche le mie. Che a volte, nel consegnare un pezzo di pane accompagnato dal sorriso, puoi rendere felici gli altri... E che non tutte le persone sono uguali: c’è chi è arrabbiato col mondo e non sa darsi pace, mentre altri sono stati sfortunati nella vita, ma tentano di reagire".
Dal 27 luglio al 4 agosto, 29 adolescenti, dai 16 ai 19 anni, si sono recati all’Ostello Caritas di Ponte Casilino, a Roma, per vivere un’esperienza di servizio, accompagnati da don Gianfranco Furlan, della parrocchia di San Francesco, in Borgo Cappuccini, a Pordenone e da don Luis Palomino, delle parrocchie di San Giorgio, Aurava e Pozzo, Provesano e Cosa. Avevano a disposizione due cameroni e una cucina. Le docce erano le stesse che usavano i Barboni.
La giornata iniziava con la recita delle lodi, una breve meditazione, la colazione e la visita a Roma: dalla Scala Santa alla Necropoli, dalle quattro Basiliche ai Musei Vaticani, e tutta la parte storica della Città eterna. Nel pomeriggio entravano in servizio, sino a sera, con varie mansioni, a rotazione: l’accoglienza delle persone, col controllo della tessera e la firma di presenza; la distribuzione dell’acqua o del cibo ai tavoli; il lavaggio e la pulizia della cucina. Venivano distribuiti oltre quattrocento pasti per sera, in un unico grande refettorio, con tavoli per quattro persone. Alcuni servizi consentivano uno stimolante e arricchente dialogo con i Barboni. La sera, finito il servizio, c’era un incontro di preghiera, con la condivisione del vissuto: emozioni... incontri... scoperte... Commenta don Gianfranco: "Il lavorare assieme e il condividere le esperienze, al termine della giornata, ha consentito l’integrazione del gruppo, anche se di età e provenienze diverse. Gli adolescenti, in alcuni casi, si sono riconosciuti nel vissuto dei Barboni, per quanto riguarda le insoddisfazioni della vita. Anche il contatto con la Città eterna arricchisce molto le persone".Col CugnanLa Casa intitolata a Don Angelo Pandin, gestita da Radio Voce nel Deserto, situata in zona Ponte delle Alpi, nel Bellunese, consente di vivere un’intensa esperienza di campo scuola parrocchiale. E’ situata in una zona collinare, che infonde pace. E’ circondata da prati e boschi. Offre la veduta del Piave e delle montagne del Nevegal, sopra il lago di Santa Croce. Ci sono anche suggestivi percorsi, per interessanti camminate.Dal 6 al 13 luglioBen 35 ragazzi e ragazze dalla IV elementare alla II media, accompagnati da 7 animatori, hanno fatto un cammino formativo. L’ambientazione o tema narrativo era dato dalla figura di "Peter Pan e l’isola che non c’è". Spiega don Gianfranco, ricco di sensibilità educativa: "Hanno potuto riflettere sul loro desiderio di crescita, sulle paure a divenire persone nuove, sul pericolo di rimanere eterni bambini e sul rapporto tra il bene e il male, evocato dal comportamento dei Pirati". Conclude: "Benché ci fosse un divario di quattro anni di età, tra piccoli e grandi, siamo riusciti ad impostare i giochi e le attività, con la logica della "educazione alla pari", in modo che i più grandi si facessero carico dei più piccoli. Alcuni momenti di riflessione sono invece stati impostati, rispettando le fasce d’età".Dal 13 al 20 luglioQuindici adolescenti di III media e I superiore, accompagnati da don Gianfranco e tre animatori, hanno vissuto il secondo turno. Confida il Don: "Ci sembrava di aver fallito l’esperienza. Durante la settimana si erano lamentati perché avevamo chiesto loro cose impossibili: un gioco notturno, a sorpresa, dopo che erano già andati a letto; un raid o percorso a due a due; la possibilità di passare la notte sotto la tenda, invece che nel comodo letto. Tra le attività, avevano anche il compito di scrivere una lettera ad un loro compagno col quale, durante l’anno, non erano riusciti a legare... C’è stata pure la giornata di deserto, durante la quale potevano confrontarsi con un animatore e accostarsi alla confessione". Conclude: "Non ci crederai, ma alla serata finale, attorno al fuoco di bivacco, c’era tanta commozione e una grande riconoscenza perché si erano sentiti accolti e valorizzati".
Tra le aree esplorate, attorno al tema del "coraggio", c’erano questi capitoli: il coraggio di essere se stessi; di accettarsi coi propri limiti; di amare e di lasciarsi amare; di osare; di testimoniare.
Tratto dal Popolo n° 33 del 17 agosto 2014 a firma di Leo Collin
Dal 27 luglio al 4 agosto, 29 adolescenti, dai 16 ai 19 anni, si sono recati all’Ostello Caritas di Ponte Casilino, a Roma, per vivere un’esperienza di servizio, accompagnati da don Gianfranco Furlan, della parrocchia di San Francesco, in Borgo Cappuccini, a Pordenone e da don Luis Palomino, delle parrocchie di San Giorgio, Aurava e Pozzo, Provesano e Cosa. Avevano a disposizione due cameroni e una cucina. Le docce erano le stesse che usavano i Barboni.
La giornata iniziava con la recita delle lodi, una breve meditazione, la colazione e la visita a Roma: dalla Scala Santa alla Necropoli, dalle quattro Basiliche ai Musei Vaticani, e tutta la parte storica della Città eterna. Nel pomeriggio entravano in servizio, sino a sera, con varie mansioni, a rotazione: l’accoglienza delle persone, col controllo della tessera e la firma di presenza; la distribuzione dell’acqua o del cibo ai tavoli; il lavaggio e la pulizia della cucina. Venivano distribuiti oltre quattrocento pasti per sera, in un unico grande refettorio, con tavoli per quattro persone. Alcuni servizi consentivano uno stimolante e arricchente dialogo con i Barboni. La sera, finito il servizio, c’era un incontro di preghiera, con la condivisione del vissuto: emozioni... incontri... scoperte... Commenta don Gianfranco: "Il lavorare assieme e il condividere le esperienze, al termine della giornata, ha consentito l’integrazione del gruppo, anche se di età e provenienze diverse. Gli adolescenti, in alcuni casi, si sono riconosciuti nel vissuto dei Barboni, per quanto riguarda le insoddisfazioni della vita. Anche il contatto con la Città eterna arricchisce molto le persone".Col CugnanLa Casa intitolata a Don Angelo Pandin, gestita da Radio Voce nel Deserto, situata in zona Ponte delle Alpi, nel Bellunese, consente di vivere un’intensa esperienza di campo scuola parrocchiale. E’ situata in una zona collinare, che infonde pace. E’ circondata da prati e boschi. Offre la veduta del Piave e delle montagne del Nevegal, sopra il lago di Santa Croce. Ci sono anche suggestivi percorsi, per interessanti camminate.Dal 6 al 13 luglioBen 35 ragazzi e ragazze dalla IV elementare alla II media, accompagnati da 7 animatori, hanno fatto un cammino formativo. L’ambientazione o tema narrativo era dato dalla figura di "Peter Pan e l’isola che non c’è". Spiega don Gianfranco, ricco di sensibilità educativa: "Hanno potuto riflettere sul loro desiderio di crescita, sulle paure a divenire persone nuove, sul pericolo di rimanere eterni bambini e sul rapporto tra il bene e il male, evocato dal comportamento dei Pirati". Conclude: "Benché ci fosse un divario di quattro anni di età, tra piccoli e grandi, siamo riusciti ad impostare i giochi e le attività, con la logica della "educazione alla pari", in modo che i più grandi si facessero carico dei più piccoli. Alcuni momenti di riflessione sono invece stati impostati, rispettando le fasce d’età".Dal 13 al 20 luglioQuindici adolescenti di III media e I superiore, accompagnati da don Gianfranco e tre animatori, hanno vissuto il secondo turno. Confida il Don: "Ci sembrava di aver fallito l’esperienza. Durante la settimana si erano lamentati perché avevamo chiesto loro cose impossibili: un gioco notturno, a sorpresa, dopo che erano già andati a letto; un raid o percorso a due a due; la possibilità di passare la notte sotto la tenda, invece che nel comodo letto. Tra le attività, avevano anche il compito di scrivere una lettera ad un loro compagno col quale, durante l’anno, non erano riusciti a legare... C’è stata pure la giornata di deserto, durante la quale potevano confrontarsi con un animatore e accostarsi alla confessione". Conclude: "Non ci crederai, ma alla serata finale, attorno al fuoco di bivacco, c’era tanta commozione e una grande riconoscenza perché si erano sentiti accolti e valorizzati".
Tra le aree esplorate, attorno al tema del "coraggio", c’erano questi capitoli: il coraggio di essere se stessi; di accettarsi coi propri limiti; di amare e di lasciarsi amare; di osare; di testimoniare.
Tratto dal Popolo n° 33 del 17 agosto 2014 a firma di Leo Collin