L’ Art. 4 – “Composizione” dello
statuto del C.P.P. così cita:
“Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è composto da:
a) membri di diritto: il parroco, i vicari o collaboratori parrocchiali, i diaconi permanenti con un incarico pastorale a servizio della Parrocchia, un rappresentante per ciascuna comunità religiosa presente in Parrocchia;
b) membri eletti come rappresentanti degli operatori pastorali, delle associazioni, dei movimenti e gruppi ecclesiali e delle altre realtà di rilievo pastorale per la Parrocchia, (ad es. coro, oratorio…), in base a valutazione della Commissione preparatoria;
c) membri eletti dalla comunità: uomini e donne della comunità parrocchiale che abbiano i requisiti richiesti per questo ruolo;
d) membri nominati dal parroco per le loro particolari competenze;
e) membri cooptati dal Consiglio Pastorale Parrocchiale, senza diritto di voto[1].
L’Art. 5 – “Numero dei membri” così afferma:
“Il numero dei membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale deve facilitare l’operatività delle riunioni consiliari e salvaguardare il criterio della rappresentatività delle varie componenti della comunità parrocchiale. È opportuno che i membri eletti dai gruppi e dalla comunità compongano almeno la metà dell’intero Consiglio, sulla base dei criteri stabiliti dalla Commissione preparatoria per la Costituzione del C.P.P.”.
In base dunque a quanto riportato il numero di votati deve essere almeno uguale a quello dei rappresentanti degli operatori pastorali.
Essendo 8 le associazioni e i gruppi ritenuti parrocchiali nella nostra comunità almeno altri 8 consiglieri dovrebbero essere eletti dalla comunità.
Pertanto il Consiglio Pastorale Parrocchiale sarà dunque composto da:
4 membri per diritto;
8 membri rappresentanti di gruppi e associazioni parrocchiali;
8 membri eletti dalla comunità: due per ciascuna zona territoriale (“Stadio”; “Burida”; “Largo Cervignano”; “Noncello”);
2 membri eletti con la lista “altri candidati fuori zona” tra i non eletti nelle zone[2];
2 membri eletti dalla lista “immigrati”;
2 membri eletti dalla lista “giovani”.
Il parroco si riserverà, poi, come previsto, nomine dirette di alcuni che ritiene validi alla partecipazione al consiglio. Tale possibilità che il parroco ha per statuto non deve essere intesa come espressione di autoritarismo, ma ha la finalità di integrare la composizione del C.P.P. perché rappresenti, in modo più efficace, l’immagine della parrocchia.
[1] Questi membri (cooptati di volta in volta) interverranno, in base alle loro competenze, per aiutare il consiglio a comprendere e riflettere su particolari questioni, inoltre potranno intervenire nelle commissioni che saranno strumento del C.P.P. per l’analisi della situazione territoriale su alcuni ambiti, per la formulazione d’iniziative ed eventi e per la collaborazione nella pastorale ordinaria.
[2] Pertanto se un candidato fosse eletto con maggior numero di voti sia nella1 lista (corrispondente alla sua zona) e nella seconda lista perché il più votato da tutti i residenti fuori della sua zona e della parrocchia, entrerebbe nel C.P.P. come rappresentante di zona e cederebbe il posto tra i maggior eletti fuori zona (2 lista) al secondo più eletto.
“Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è composto da:
a) membri di diritto: il parroco, i vicari o collaboratori parrocchiali, i diaconi permanenti con un incarico pastorale a servizio della Parrocchia, un rappresentante per ciascuna comunità religiosa presente in Parrocchia;
b) membri eletti come rappresentanti degli operatori pastorali, delle associazioni, dei movimenti e gruppi ecclesiali e delle altre realtà di rilievo pastorale per la Parrocchia, (ad es. coro, oratorio…), in base a valutazione della Commissione preparatoria;
c) membri eletti dalla comunità: uomini e donne della comunità parrocchiale che abbiano i requisiti richiesti per questo ruolo;
d) membri nominati dal parroco per le loro particolari competenze;
e) membri cooptati dal Consiglio Pastorale Parrocchiale, senza diritto di voto[1].
L’Art. 5 – “Numero dei membri” così afferma:
“Il numero dei membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale deve facilitare l’operatività delle riunioni consiliari e salvaguardare il criterio della rappresentatività delle varie componenti della comunità parrocchiale. È opportuno che i membri eletti dai gruppi e dalla comunità compongano almeno la metà dell’intero Consiglio, sulla base dei criteri stabiliti dalla Commissione preparatoria per la Costituzione del C.P.P.”.
In base dunque a quanto riportato il numero di votati deve essere almeno uguale a quello dei rappresentanti degli operatori pastorali.
Essendo 8 le associazioni e i gruppi ritenuti parrocchiali nella nostra comunità almeno altri 8 consiglieri dovrebbero essere eletti dalla comunità.
Pertanto il Consiglio Pastorale Parrocchiale sarà dunque composto da:
4 membri per diritto;
8 membri rappresentanti di gruppi e associazioni parrocchiali;
8 membri eletti dalla comunità: due per ciascuna zona territoriale (“Stadio”; “Burida”; “Largo Cervignano”; “Noncello”);
2 membri eletti con la lista “altri candidati fuori zona” tra i non eletti nelle zone[2];
2 membri eletti dalla lista “immigrati”;
2 membri eletti dalla lista “giovani”.
Il parroco si riserverà, poi, come previsto, nomine dirette di alcuni che ritiene validi alla partecipazione al consiglio. Tale possibilità che il parroco ha per statuto non deve essere intesa come espressione di autoritarismo, ma ha la finalità di integrare la composizione del C.P.P. perché rappresenti, in modo più efficace, l’immagine della parrocchia.
[1] Questi membri (cooptati di volta in volta) interverranno, in base alle loro competenze, per aiutare il consiglio a comprendere e riflettere su particolari questioni, inoltre potranno intervenire nelle commissioni che saranno strumento del C.P.P. per l’analisi della situazione territoriale su alcuni ambiti, per la formulazione d’iniziative ed eventi e per la collaborazione nella pastorale ordinaria.
[2] Pertanto se un candidato fosse eletto con maggior numero di voti sia nella1 lista (corrispondente alla sua zona) e nella seconda lista perché il più votato da tutti i residenti fuori della sua zona e della parrocchia, entrerebbe nel C.P.P. come rappresentante di zona e cederebbe il posto tra i maggior eletti fuori zona (2 lista) al secondo più eletto.